Oggi ti voglio parlare della VR all’interno della
psicologia. Ti descriverò brevemente le origini della fusione di questi due ambiti e ti elencherò le
principali applicazioni della VR nella psicologia.
Sembra che l’inserimento della VR
all’interno delle scienze umane nasca originariamente nel campo medico, precisamente nel 1989, quando Jaron Lanier coniò il nome “Virtual
Reality” e si mise ad esplorarne le potenzialità, fondando la VPL Research. Dopo
pochissimi anni, la VR venne inserita anche all'interno delle ricerche
psicologiche. Ad esempio, già nel 1994 Max North pubblicò uno studio nel quale
descriveva la VRT, ossia la Virtual
Reality Therapy, e indagava diversi tipi di ansia e fobia. Se sei
interessato, guarda questo link, che ti permette di visualizzare lo studio
completo dell’autore, in inglese:
http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.217.1498&rep=rep1&type=pdf.
Le applicazione della VR in
psicologia riguardano sostanzialmente tre ambiti:
·
L’apprendimento.
Forse ti starai stupendo guardando
questa immagine. Si tratta di militari che stanno eseguendo un addestramento
virtuale. Guarda questo link per farti un’idea di come
anche in campo militare si stiano modificando numerosi aspetti con l'inserimento della VR:
Quello che voglio più in generale
dirti è che la VR è molto utile per quello che riguarda l’apprendimento, ossia
l’imparare un determinato qualcosa. Immagino che tu ora stia pensando alla
scuola, che in effetti è il tipico luogo legato all'apprendimento. E in effetti,
anche in questo campo dell’istruzione ci sono degli sviluppi: lampante appare
quello attuato in una scuola del Giappone, la quale ha attivato un corso
interamente virtuale: servono 3 anni di presenza virtuale per ottenere il
diploma. Cliccando sul link sottostante puoi vedere più nel dettaglio questa recente
innovazione:
L’apprendimento con la VR riguarda
anche numerose figure: manager, terapisti e piloti hanno usufruito di
esperienze virtuali, traendone grande vantaggio per quanto riguarda la
formazione nell'ambito del loro lavoro.
·
La
terapia.
La terapia o, più specificamente, la
psicoterapia, serve ad affrontare e tentare di risolvere i problemi psicologici delle persone. Come sai, questo blog è dedicato alle emozioni
nella VR. In un certo senso, è proprio un disequilibrio, un malfunzionamento o
più in generale una difficoltà emotiva sottostante, di cui si può non essere per giunta consapevoli, a contribuire in larga misura a quella che viene definita
psicopatologia, uno dei modi in cui la sofferenza psicologica si manifesta. Per farti capire meglio, pensa alla psicopatologia come ad una sorta di qualcosa che dà una precisa "forma" alla sofferenza psicologica. Quella che vedi qui sopra è un’immagine che illustra il
trattamento di una fobia, l’aracnofobia (la paura dei ragni), molto comune tra
le persone. Per quanto semplice possa sembrare, il trattamento dell'aracnofobia con la VR si è
dimostrato molto efficace e il miglioramento è ottenibile in un numero minore di sedute rispetto a quelle che servono con la psicoterapia classica. Nello studio di North, di cui ti ho parlato sopra,
sono descritti esperimenti riguardo appunto l’aracnofobia; se vuoi, guarda questo link, per non dannarti troppo nel tentare di leggere in inglese:
http://bsound.bskilled.it/il-trattamento-dellaracnofobia-attraverso-la-realta-virtuale/
·
La
riabilitazione.
Ti voglio dire fin da subito che il
settore della psicologia che si è occupato maggiormente della riabilitazione è la Neuropsicologia, che in poche parole
tenta di indagare le basi concrete, nel cervello, della mente e di tutto quello
che è ad essa riconducibile. Questa feconda branca di studi tenta in poche parole di stabilire un collegamento diretto fra mente e corpo. Il modo di vedere le cose che essa offre permette, inoltre, di dare uno specifico orientamento all'applicazione della VR in ambito riabilitativo. Due sono gli aspetti nei quali viene fatta riabilitazione: essi sono le componenti cognitive e motorie. Le
componenti cognitive riguardano, come hai già saputo leggendo il precedente
post, ciò che è relativo al pensiero (memoria, attenzione, percezione, ecc.), mentre
le componenti motorie sono legate, come puoi intuire dal nome, al movimento. Queste
ultime sono quelle che, in modo particolare, attirano maggiormente l’attenzione
degli specialisti e non solo.
La riabilitazione con RV coinvolge sia adulti che
i soggetti in età pediatrica. Ad esempio, per quanto riguarda questi ultimi,
degno di nota è Lokomat (che puoi vedere nell'immagine qui sopra), una VR con la
quale vengono curati bambini affetti da diversi invalidanti disturbi, fra i
quali ti posso citare la paralisi cerebrale e la distrofia di Duchenne. Per quanto
riguarda gli adulti, davvero molto interessante è il recente studio di una
giovanissima ricercatrice, Dalila Burin, sulla VR come aiuto per le persone
colpite da ictus. Un paziente colpito da ictus può sperimentare il corpo
virtuale come suo, compiendo movimenti con parti del corpo
paralizzate! Se non ci credi, guarda questo video, nel quale la stessa Dalila
illustra il suo progetto:
https://www.youtube.com/watch?v=DZ_hKNQKs0w
Anche per oggi è tutto. Spero di aver
stimolato anche oggi la tua curiosità verso la VR.
Al prossimo post!
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