martedì 25 ottobre 2016

La realtà virtuale all’interno della psicologia

Oggi ti voglio parlare della VR all’interno della psicologia. Ti descriverò brevemente le origini della fusione di questi due ambiti e ti elencherò le principali applicazioni della VR nella psicologia.
Sembra che l’inserimento della VR all’interno delle scienze umane nasca originariamente nel campo medico, precisamente nel 1989, quando Jaron Lanier coniò il nome “Virtual Reality” e si mise ad esplorarne le potenzialità, fondando la VPL Research. Dopo pochissimi anni, la VR venne inserita anche all'interno delle ricerche psicologiche. Ad esempio, già nel 1994 Max North pubblicò uno studio nel quale descriveva la VRT, ossia la Virtual Reality Therapy, e indagava diversi tipi di ansia e fobia. Se sei interessato, guarda questo link, che ti permette di visualizzare lo studio completo dell’autore, in inglese:
http://citeseerx.ist.psu.edu/viewdoc/download?doi=10.1.1.217.1498&rep=rep1&type=pdf.

Le applicazione della VR in psicologia riguardano sostanzialmente tre ambiti:

·         L’apprendimento.


Forse ti starai stupendo guardando questa immagine. Si tratta di militari che stanno eseguendo un addestramento virtuale. Guarda questo link per farti un’idea di come anche in campo militare si stiano modificando numerosi aspetti con l'inserimento della VR:
Quello che voglio più in generale dirti è che la VR è molto utile per quello che riguarda l’apprendimento, ossia l’imparare un determinato qualcosa. Immagino che tu ora stia pensando alla scuola, che in effetti è il tipico luogo legato all'apprendimento. E in effetti, anche in questo campo dell’istruzione ci sono degli sviluppi: lampante appare quello attuato in una scuola del Giappone, la quale ha attivato un corso interamente virtuale: servono 3 anni di presenza virtuale per ottenere il diploma. Cliccando sul link sottostante puoi vedere più nel dettaglio questa recente innovazione:
L’apprendimento con la VR riguarda anche numerose figure: manager, terapisti e piloti hanno usufruito di esperienze virtuali, traendone grande vantaggio per quanto riguarda la formazione nell'ambito del loro lavoro.

·         La terapia.


La terapia o, più specificamente, la psicoterapia, serve ad affrontare e tentare di risolvere i problemi psicologici delle persone. Come sai, questo blog è dedicato alle emozioni nella VR. In un certo senso, è proprio un disequilibrio, un malfunzionamento o più in generale una difficoltà emotiva sottostante, di cui si può non essere per giunta consapevoli, a contribuire in larga misura a quella che viene definita psicopatologia, uno dei modi in cui la sofferenza psicologica si manifesta. Per farti capire meglio, pensa alla psicopatologia come ad una sorta di qualcosa che dà una precisa "forma" alla sofferenza psicologica. Quella che vedi qui sopra è un’immagine che illustra il trattamento di una fobia, l’aracnofobia (la paura dei ragni), molto comune tra le persone. Per quanto semplice possa sembrare, il trattamento dell'aracnofobia con la VR si è dimostrato molto efficace e il miglioramento è ottenibile in un numero minore di sedute rispetto a quelle che servono con la psicoterapia classica. Nello studio di North, di cui ti ho parlato sopra, sono descritti esperimenti riguardo appunto l’aracnofobia; se vuoi, guarda questo link, per non dannarti troppo nel tentare di leggere in inglese:

http://bsound.bskilled.it/il-trattamento-dellaracnofobia-attraverso-la-realta-virtuale/

·         La riabilitazione.

Ti voglio dire fin da subito che il settore della psicologia che si è occupato maggiormente della riabilitazione è la Neuropsicologia, che in poche parole tenta di indagare le basi concrete, nel cervello, della mente e di tutto quello che è ad essa riconducibile. Questa feconda branca di studi tenta in poche parole di stabilire un collegamento diretto fra mente e corpo. Il modo di vedere le cose che essa offre permette, inoltre, di dare uno specifico orientamento all'applicazione della VR in ambito riabilitativo. Due sono gli aspetti nei quali viene fatta riabilitazione: essi sono le componenti cognitive e motorie. Le componenti cognitive riguardano, come hai già saputo leggendo il precedente post, ciò che è relativo al pensiero (memoria, attenzione, percezione, ecc.), mentre le componenti motorie sono legate, come puoi intuire dal nome, al movimento. Queste ultime sono quelle che, in modo particolare, attirano maggiormente l’attenzione degli specialisti e non solo. 


La riabilitazione con RV coinvolge sia adulti che i soggetti in età pediatrica. Ad esempio, per quanto riguarda questi ultimi, degno di nota è Lokomat (che puoi vedere nell'immagine qui sopra), una VR con la quale vengono curati bambini affetti da diversi invalidanti disturbi, fra i quali ti posso citare la paralisi cerebrale e la distrofia di Duchenne. Per quanto riguarda gli adulti, davvero molto interessante è il recente studio di una giovanissima ricercatrice, Dalila Burin, sulla VR come aiuto per le persone colpite da ictus. Un paziente colpito da ictus può sperimentare il corpo virtuale come suo, compiendo movimenti con parti del corpo paralizzate! Se non ci credi, guarda questo video, nel quale la stessa Dalila illustra il suo progetto:

https://www.youtube.com/watch?v=DZ_hKNQKs0w

Anche per oggi è tutto. Spero di aver stimolato anche oggi la tua curiosità verso la VR.

Al prossimo post!

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